Articoli

Buon Viaggio, Amore Mio

Mio marito, Mario Caramel, è morto ieri dopo cinque anni di battaglia contro il cancro. Lui era tutto per me. Tutto. L’unica cosa che volevamo era passare più tempo insieme umanamente possibile. Siamo stati insieme 24 ore al giorno per quasi 13 anni. Ora l’idea che non potrò mai più abbracciarlo, non vedrò mai più il modo in cui si illumina quando entro nella stanza – mi sta facendo a pezzi.

Per favore fammi un favore oggi e vai dai tuoi cari e dai loro l’abbraccio che non posso più dare il mio.

Elpidiani – Nascosti in piena vista

La natura ci osserva con tutti i suoi occhi dal confino a cui l’abbiamo costretta.

Un ricordo di Mario – Adedeji Adetayo

Durante il mio viaggio mentre mi trasferivo in Grecia, dopo ore di ritardo all’aeroporto di Schipol, ero arrabbiato per il modo in cui sono stato trattato e pensando al mio prossimo viaggio verso lo “sconosciuto”, poi ho visto un uomo che meditava dolcemente con una maglietta Coltrane! Ho chiesto se era un musicista e dove stava andando? Ha detto di sì, sono un sassofonista e sto andando in Grecia, “Per coincidenza” ci siamo seduti uno accanto all’altro dopo essere saliti sull’aereo .. abbiamo parlato e da quel momento in poi ho avuto un buon presentimento sulla mia decisione trasferirsi in Grecia. È diventato un grande amico, abbiamo suonato diversi concerti insieme, infatti alcuni dei miei primi concerti pagati ad Atene sono stati da lui.. quell’uomo è Mario Caramel e sono rattristato di apprendere della tua morte mio buon amico ma sono felice di essere rimasti in contatto anche dopo che hai lasciato la Grecia! riposa in pace Mario!
Felicia Porter Ti auguro la forza di sopportare la perdita! Sii forte

Un ricordo di Mario – Carlo Lomazzi

Ho vissuto in barca con Mario ( e con Sonia ) dal giugno 1984 al dicembre 1985. Facevamo charter in Turchia con base Rodi, Antille con base Martinica. Lui era lo skipper, io il marinaio. E’ forse la persona con cui, a parte Lorenza ( con la quale condivido la vita da 45 anni ) ho convissuto continuativamente più a lungo, circa un anno e mezzo! L’avevo conosciuto quando era ancora poco più che un ragazzino con dei meravigliosi lunghi capelli biondi e frequentava la “ comune “ di Palazzo Esedra nella quale vivevo. Poi, dopo quel tempo condiviso, ognuno ha preso strade diverse, rimanendo amici, stando saltuariamente in contatto e incontrandoci ogni tanto. L’esperienza intensa dell’Elisa ( 65 piedi di German Frers ) veniva, col passare del tempo, risucchiata in un passato sempre più lontano a cui mi capitava ogni tanto di pensare con tenerezza. ma come se tutto fosse successo in un’altra vita…..Ora la notizia: Mario, Ciccio non c’è più. Improvvisamente sono sommerso da una quantità di ricordi, di immagini, di momenti passati insieme, di emozioni condivise e furiose litigate ( quando si incazzava era veramente tosto ) ma sempre uniti e solidali in quello che si stava facendo insieme. Tutto mi sembra accaduto ieri. E l’amico, il formidabile uomo di mare, con una sensibilità quasi animalesca per i venti, le onde, le nuvole, l’affamato di vita mi appare, mi chiama e non mi fa dormire.
Ciao Ciccio, che la terra ti sia lieve.

Un pensiero di Mario – Marina Fini

Hai affrontato la più infida e imprevedibile delle burrasche
Non hai disalberato, hai solo ammainato dolcemente le vele.
Adesso, Capitano, riposa.

Nei momenti dificili

Ai malati dài conforto più che opinioni e consigli

Le Olimpiadi

Che meraviglia lo sport, gli europei di calcio, le Olimpiadi, il fair play, l’impegno puro degli atleti, le loro capacità di concentrazione, l’esempio di integrità che danno alle nuove generazioni. Ma c’è una nota stonata che rovina irrimediabilmente tutto questo: il pianeta è tristemente diviso in tanti piccoli stupidi staterelli che fanno la gara fra loro a chi è più bravo, più forte, più ricco. Tutto questo nazionalismo sfrenato e teso a controllare i cittadini tramite un orgoglio inutile rovina anche l’animo puro degli atleti. Tutti questi inni nazionali, il nostro poi: “siam pronti alla morte, siam pronti alla morte l’Italia chiamò”. Ma quale siam pronti alla morte, vogliamo tirare in ballo anche la guerra adesso? Non si può neanche sentire. E poi vedere questi giovani atleti, magari arrivati da lontano in un Paese dove lo ius soli è considerato una follia, cantarlo con amore mi stringe il cuore, mi rattrista, mi toglie ogni speranza. A parte che non capisco perché il nostro inno debba tirare in ballo la guerra quando potrebbe parlare di arte, filosofia e tante altre meraviglie, sogno un mondo in cui alla premiazione di ogni atleta venga suonato un inno universale che elevasse gli animi di tutti infondendo unione e non divisione e finché non lo vedrò, cioè mai, non potrò amare lo sport come vorrei.

L’essenza

Che poi lì in fondo, alla fine, c’è solo amore

Everything happens to me

note che toccano il cuore

Renzi

Il cancro Renziano, come tutti i cancri, è sempre in agguato per toglierti ogni speranza di una vita migliore.