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I ricordi di St. Vincent

Un’isola sommersa dalla cenere vulcanica, devastazione prima e rinascita fertile poi più avanti, chissà quando. Da quando il vulcano di St. Vincent ha cominciato a eruttare non riesco a frenare i tanti ricordi che ho di quell’isola, l’isola che ho amato di più negli anni passati a lavorare ai Caraibi. Un’isola che ho amato non per il suo mare, ma per la sua terra e per la sua gente. L’isola meno frequentata dai velisti i quali la evitano perché trovano l’accoglienza dei locali troppo invadente, proprio quello che invece piaceva a me. Un’isola dove quando di notte navigavi vicino alla costa non vedevi neanche una luce ma sentivi distintamente il suono delle steel band infuocate di reggae e calypso. L’isola dove trovavi la migliore frutta, la migliore verdura, per non parlare dell’erba, famosa e ricercata in tutti i Caraibi. Oggi è sotto la cenere, non c’è più acqua potabile, tutti i fiumi sono pieni di cenere, la vegetazione crolla sotto il peso della polvere di lava. Nel 1986 ho disalberato proprio sotto a quel vulcano e la coast guard dell’isola è venuta a salvarci con solerzia e professionalità. Spero con tutto il cuore che questo disastro finisca presto e che St. Vincent e la sua gente possano tornare alla normalità che è poi un vero paradiso.